Come funziona ellaOne?

Gli studi sperimentali evidenziano che ellaOne non è in grado di prevenire con certezza il concepimento, se non quando viene assunto proprio all’inizio del periodo fertile. Nei giorni fertili successivi, infatti, e soprattutto nei giorni più prossimi alla liberazione dell’ovocita, ellaOne non ha più alcun effetto sull’ovulazione e sul concepimento, mentre rende l’endometrio inospitale per l’embrione. I giorni fertili più prossimi all’ovulazione sono, peraltro, i giorni più fertili del ciclo mestruale e sono anche quelli in cui statisticamente sembrano concentrarsi il maggior numero di rapporti sessuali e in cui si verificano il maggior numero di concepimenti.

Effetti sull’ovulazione

Vi è un unico studio che valuta l’effetto di ellaOne sull’ovulazione, quando viene somministrato nel periodo fertile del ciclo. E’ quello di Vivian Brache in cui si afferma in modo insistito che ellaOne® è in grado di posticipare l’ovulazione per più di cinque giorni, anche quando viene somministrato immediatamente prima dell’ovulazione. Questa conclusione è esplicitata con estrema evidenza sia nel titolo stesso dello studio, sia nel riassunto, sia nelle conclusioni.

Il numero di donne valutate è esiguo: 34. Esse vengono considerate dapprima complessivamente e quindi separatamente: stratificate in tre gruppi a seconda che ricevano ellaOne all’inizio del periodo fertile (prima che LH inizi ad aumentare) oppure nei giorni immediatamente seguenti (durante la fase di incremento di LH) o, ancora, uno-due giorni prima dell’ovulazione (dopo che il picco di LH è stato raggiunto), nei giorni più fertili di tutto il ciclo..

La valutazione d’insieme evidenzia che l’assunzione di ellaOne nel periodo fertile del ciclo inibisce o posticipa l’ovulazione complessivamente nel 58.8% delle donne. Questo significa che il 41.2% delle donne trattate nel periodo fertile ovulano regolarmente e possono concepire.

La valutazione dell’efficacia anti-ovulatoria di ellaOne in relazione al momento di assunzione del farmaco, nelle tre diverse fasi del periodo fertile, evidenzia che l’ovulazione risulta costantemente ritardata soltanto nelle otto donne trattate all’inizio del periodo fertile. Nei giorni immediatamente successivi l’ovulazione è ritardata nel 78% dei casi: in undici donne su quattordici (tre ovulano e possono concepire). Nei giorni più fertili, i preovulatori, quando il picco di LH è già stato raggiunto, l’ovulazione è ritardata in un solo caso su dodici: il 92% delle donne ovula e può concepire.

L’Autrice esplicita che al picco di LH, uno-due giorni prima dell’ovulazione, il farmaco non ha più alcuna capacità di impedirla e funziona esattamente come un placebo (“when UPA was given at the time of the LH peak, the time elapsed to rupture was similar to placebo (1.54±0.52 days versus 1.31±0.48 days)”). Si tratta, come detto, dei giorni più fertili del ciclo, quelli in cui si verifica il maggior numero di concepimenti; i giorni nei quali un farmaco con una efficacia “contraccettiva” costantemente superiore all’80% dovrebbe inibire l’ovulazione con la massima efficacia se il suo effetto fosse riconducibile a una azione anti-ovulatoria. E’ dimostrato, invece, che ellaOne, assunto nel periodo più fertile del ciclo e cioè uno-due giorni prima dell’ovulazione, non agisce con meccanismo anti-ovulatorio.

La sua capacità di inibire l’ovulazione è massima (100%) solo all’inizio del periodo fertile; successivamente si riduce in modo rapido e progressivo fino a quasi azzerarsi (8%) nei due giorni pre-ovulatori. Nonostante questo, la sua efficacia, superiore all’80%, non si riduce nel tempo: sia che il farmaco sia assunto nel primo giorno dopo il rapporto a rischio, sia che esso sia assunto invece nel secondo, nel terzo, nel quarto o addirittura nel quinto giorno dopo il rapporto stesso, l’efficacia contraccettiva si mantiene costantemente elevata.

Se il meccanismo contraccettivo fosse davvero correlato all’inibizione dell’ovulazione ci si attenderebbe un progressivo calo della sua efficacia col passare dei giorni, man mano che il momento dell’ovulazione si approssima. Invece l’efficacia di ellaOne rimane costantemente elevata. Ciò evidenzia che il meccanismo contraccettivo va ricondotto ad altro, in particolare alla sua azione di inibizione dell’endometrio.

Effetti sull’endometrio

L’assunzione di una sola dose di Ulipristal altera profondamente la recettività del tessuto, sia che essa avvenga prima ancora che inizino i giorni fertili, sia che essa avvenga immediatamente dopo l’ovulazione (a concepimento avvenuto), sia che essa avvenga, infine, a metà della fase luteale, proprio nei giorni in cui l’embrione dovrebbe annidarsi. Viene meno l’effetto del Progesterone e l’endometrio non si prepara ad accogliere il figlio. Questi effetti sono sovrapponibili a quelli del Mifepristone (RU486, il farmaco usato per l’IVG), ma UPA è efficace a dosaggi ancora inferiori.

L’effetto inibitorio sulla maturazione dell’endometrio è diretto ed è legato all’inibizione dei recettori tissutali per il Progesterone (è esattamente lo stesso meccanismo con cui agisce la pillola RU486). In sostanza, ellaOne occupa quelle strutture cellulari alle quali il Progesterone dovrebbe legarsi per poter espletare la sua funzione pro-gestazione. Il Progesterone è presente ma non può agire e l’endometrio non diventerà un ambiente ospitale.

Questa inibizione si osserva anche quando alla donna vengono somministrati dosaggi di Ulipristal sensibilmente più bassi di quanto è contenuto nella pillola ellaOne. E’ documentato che la quantità di farmaco sufficiente per alterare l’endometrio è inferiore a quella richiesta per interferire col normale sviluppo dei follicoli ovarici. Con ellaOne, dunque, l’endometrio sarà sempre inospitale ed ogni volta che avverrà un concepimento l’embrione, inevitabilmente, non potrà sopravvivere.

In sintesi, le donne che assumono ellaOne dopo un rapporto sessuale avvenuto nel periodo fertile del ciclo prevalentemente ovulano e possono concepire. Gli spermatozoi saranno già entrati e l’uovo viene liberato: nulla osta al concepimento. L’endometrio, però è irrimediabilmente compromesso, indipendentemente dal momento in cui ellaOne venga assunto.

D’altra parte, la grande e reclamizzata novità di ellaOne, presentata come “la pillola dei cinque giorni dopo”, è proprio quella di essere totalmente efficace anche se presa cinque giorni dopo il rapporto sessuale avvenuto nel periodo fertile del ciclo. Se immaginiamo un rapporto sessuale avvenuto il giorno prima dell’ovulazione, con il concepimento entro le successive 24 ore (e quindi 48 ore dopo quel rapporto sessuale), come potrà invocarsi un’azione anti-ovulatoria e anti-concezionale per un agente chimico assunto con immutata efficacia fino a cinque giorni da quel rapporto e quindi fino a quattro giorni dopo l’ovulazione e fino a tre giorni dopo il concepimento? Si avrà esclusivamente un’azione anti-annidamento, incompatibile con i principi su cui si fondano le nostre Leggi e la nostra Costituzione.

Dettagli e riferimenti bibliografici sono disponibili nel sito, nella Position Paper.

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